Ho avuto modo di provare in anteprima RockBeasts, il nuovo titolo sviluppato da Lichthund e pubblicato da Team17. Si tratta di un gestionale narrativo con ambientazione anni ’90, in cui ci si mette nei panni di un manager chiamato a guidare una band composta da animali antropomorfi verso il successo. L’obiettivo non è solo far crescere la popolarità del gruppo, ma anche affrontare scelte morali che influenzano la direzione della carriera: rimanere fedeli all’arte o piegarsi alle logiche del mercato.

ROCKBEASTS

Ambientazione e atmosfera

La prima cosa che colpisce è lo stile visivo: un’estetica che richiama fortemente i toni grunge e underground degli anni ’90, con colori saturi e personaggi stilizzati. È innegabile una certa somiglianza con l’animazione di BoJack Horseman, ma con un tocco più ruvido e sporco. L’effetto complessivo è coerente con il contesto e contribuisce a rendere credibile l’atmosfera rock decadente di quel periodo.

La colonna sonora originale, composta da 17 tracce, accompagna bene le fasi di gioco. Spicca anche la presenza di Iggy Pop, che presta la voce a un personaggio cameo, aggiungendo ulteriore carattere al progetto.

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Struttura di gioco e meccaniche

Il gameplay si divide tra la gestione quotidiana della band e le scelte narrative. Attraverso un sistema a calendario è possibile organizzare prove, concerti, interviste e momenti di vita privata dei membri del gruppo. Ogni decisione influenza il morale dei musicisti e le opportunità future, creando un intreccio tra parte gestionale e storytelling.

Sono presenti anche minigiochi musicali in stile ritmo, che scandiscono le performance dal vivo e aggiungono varietà all’esperienza. Durante le partite mi è capitato di affrontare dilemmi legati ai contratti discografici, discussioni interne tra i membri e possibilità di guadagno a scapito della coerenza artistica.

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RockBeasts – Aspetti positivi

Nel complesso, RockBeasts offre diversi punti di forza:

  • Varietà di contenuti: oltre 100 personaggi, circa 90 ambientazioni e numerosi eventi che garantiscono situazioni sempre diverse.

  • Scrittura solida: dietro alla sceneggiatura c’è Jakub Szamałek (The Witcher 3, Cyberpunk 2077), e si nota una certa cura nella caratterizzazione dei personaggi.

  • Stile unico: l’ambientazione anni ’90 e il tono dark-comedy distinguono il gioco da altri titoli gestionali.

  • Interazione musicale: i minigiochi di ritmo, pur semplici, contribuiscono a rendere tangibile l’esperienza dei concerti.

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RockBeasts- Criticità e aspetti da monitorare

Accanto ai punti di forza, ci sono anche alcuni elementi che lasciano qualche dubbio:

  • Bilanciamento da verificare: non è ancora chiaro quanto la componente gestionale si mantenga profonda nelle fasi più avanzate.

  • Stile visivo divisivo: l’estetica peculiare potrebbe non incontrare i gusti di tutti, specialmente di chi preferisce stili più tradizionali.

  • Ritmo narrativo: alcune sezioni risultano più lente e potrebbero spezzare l’immediatezza del gameplay.

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Conclusioni

Dalle prime ore con RockBeasts, la sensazione è quella di trovarsi davanti a un progetto originale, che cerca di combinare il gestionale classico con una narrativa ramificata e uno stile fortemente caratterizzato. La miscela di satira, dark-humor e musica rock anni ’90 funziona e riesce a dare identità al titolo.

Resta da capire come il gioco saprà evolvere nella versione completa, soprattutto in termini di profondità gestionale e ritmo della narrazione. Se questi aspetti verranno ben bilanciati, RockBeasts potrebbe ritagliarsi uno spazio interessante nel panorama dei titoli narrativi-gestionali.

L’uscita è prevista nel corso del 2025 su PC e Nintendo Switch.

L’articolo RockBeasts: prime impressioni sul gestionale rock anni ’90 proviene da Evosmart.it.

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