Non sembra essere un periodo felice per OPPO. Dopo le voci, sempre più insistenti, secondo le quali stia per lasciare diversi mercati europei, arriva la notizia della chiusura lampo di ZEKU. Per chi non sapesse di cosa parlo, ZEKU è una compagnia sussidiaria di OPPO, addetta alla progettazione dei chip proprietari Marisilicon.

La decisione è stata annunciata da Oppo venerdì, in un comunicato molto conciso, in cui si adducevano “incertezze nell’economia globale e nel mercato degli smartphone” e si definiva la scelta come “difficile“.

Chip Marisilicon

OPPO chiude ZEKU: 24 ore di preavviso

La notizia ha colto di sorpresa i dipendenti di Zeku, che hanno ricevuto meno di un giorno di preavviso. Un dipendente, che ha preferito rimanere anonimo, ha raccontato al South China Morning Post che giovedì è stato chiesto ai lavoratori di non presentarsi in ufficio il giorno successivo. “Non posso nemmeno tornare in ufficio a prendere il laptop“, ha detto l’impiegato.

Oppo ha rifiutato di fare ulteriori commenti oltre alla dichiarazione di venerdì.

E pensare che, solo due settimane fa, Zeku pubblicava ancora annunci di lavoro. Le offerte coprivano decine di posizioni, tra cui ingegnere di architettura di chip, verifica di chip e programmatori software, con sedi a Shanghai, Pechino, Chengdu e Xian, secondo il suo canale ufficiale di reclutamento su WeChat.

washington

Oppo, Zeku e i divieti USA

Oppo è uno dei maggiori brand cinesi di smartphone, al quarto posto nelle spedizioni globali nel primo trimestre 2023. Tuttavia, con il calo del mercato degli smartphone, le spedizioni di Oppo hanno subito un colpo, diminuendo del 22% l’anno scorso a 103 milioni di unità, secondo i dati di IDC.

Oppo ha fondato Zeku nel 2019 per progettare chip che potessero essere utilizzati nei suoi dispositivi. La mossa era simile a quella già fatta da Huawei con HiSilicon o Xiaomi con Surge. L’azienda possiede, inoltre, uffici a San Diego e Palo Alto in California e Yokohama, in Giappone. Non sono stati forniti numeri sulla forza lavoro, ma alcuni interni stimano che avesse quasi 3.000 dipentendi.

oppo

La chiusura avviene in un contesto difficile per le aziende fabless cinesi, dove l’acquisizione di chip è stata ostacolata dalle crescenti restrizioni alle esportazioni statunitensi. Ovviamente, Washington non ha preso di mira specificamente Oppo, ma i divieti impediscono l’esportazione in Cina di qualsiasi chip o attrezzatura per la produzione di chip sufficientemente avanzati senza un’approvazione esplicita.

VIAFONTE

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