Avete presente quando tutti parlano fin troppo bene della stessa serie TV, poi la guardate pieni di aspettative e alla fine vi risulta…una schifezza?
Certo, non sto dicendo che Google Pixel 6a sia una schifezza, ma è per farvi capire il mio stato d’animo durante i miei 30 giorni passati con la mia SIM principale al suo interno. Una delusione.
Però, il mio ideale di smartphone e il mio tipo di utilizzo sono miei e soltanto miei, quindi cercherò di raccontarvi al meglio la mia esperienza, sottolineando quali siano pareri personali e quali i più obiettivi.
Questi sono i miei 30 giorni con il Google Pixel 6a.
Unboxing
Definire “minimale” l’esperienza di unboxing del Google Pixel 6a è un eufemismo. Dimensioni ridotte al minimo e dotazione inesistente, se non per un cavo Type C e un adattatore USB-A a Type-C.
Design, Costruzione & Materiali
Il design di Pixel 6a è molto semplice e lineare, ma grazie ai 3 colori e al camera bar sul retro, è subito riconoscibile. Il frame in alluminio incornicia il retro in plastica, il camera bar e il Gorilla Glass 3 dello schermo, facendo risultare il tutto estremamente compatto per gli standard odierni.
71.8mm x 152.2mm x 8.7mm per 178 grammi
La semplicità del design e dei materiali è protetta inoltre dalla certificazione IP67, che rappresenta sicuramente un punto a favore in questa fascia di prezzo.
Tutto perfetto, quindi? No: vi prego, portatemi il criminale che ha deciso di mettere il pulsante d’accensione SOPRA il bilanciere del volume. Ovvio, dopo qualche giorno ci si abitua, ma per chi utilizza due smartphone vi assicuro che risulta un po’ fastidioso.
Display, Audio e Multimedialità
Lo schermo di Pixel 6a è un pannello AMOLED da 6.1 pollici con risoluzione FullHD e una luminosità che arriva a circa 900 cd/m2 in modalità automatica, abbastanza per risultare consultabile sotto la luce del sole. É compatibile con i contenuti HDR10+ e, ovviamente, c’è il Widevine L1, quindi tutti i servizi di streaming andranno in FullHD. Grazie anche alla presenza di un’audio stereo tutto sommato soddisfacente, condiviso con la capsula auricolare, sarà un piacere utilizzarli su questo schermo, che anche se non è il più luminoso della categoria risulta davvero ben tarato, un filino troppo caldo per i miei gusti, ma bello.
I 60Hz? Bè, personalmente ho 3 pensieri in merito:
- Non a tutti interessa;
- Che la fluidità percepita sia comunque buona grazie alle animazioni ben fatte di Google;
- E che sia una cazzata non giustificabile non mettere un refresh rate in questa fascia di prezzo.

Hardware, Gaming & Benchmark
Su Google Pixel 6a c’è il famigerato Google Tensor, chipset nato dalla collaborazione di Big G con Samsung. È lo stesso che troviamo anche su Pixel 6 e 6 Pro, quindi un vero e proprio processore da top di gamma. In effetti nei benchmark in rete sembra potente quasi come uno Snapdragon 888, ma personalmente su antutu non ho mai superato i 530k, nonostante in molti arrivino a oltre 700k.
Tra le altre cose ha un approccio diverso alla gestione delle risorse rispetto al solito, con una configurazione 2+2+4 (di solito gli Snapdragon utilizzano una configurazione 1+3+4), ovvero con 2 core high-performance X1 a 2,8GHz , 2 core mid A76 a 2,25GHz e 4 efficiency core A55 a 1,8GHz, con un processo produttivo a 5nm. Inoltre, Google ha progettato il Tensor Chip in modo da far gestire ai 2 core più potenti i carichi di lavoro di media intensità, in modo da aumentare l’efficienza del carico di lavoro.
La CPU è poi affiancata da una GPU Mali G78 MP20 a 20-Core e, nell’unico taglio disponibile, da 6 GB di RAM LPDDR5 e 128 GB di memoria non espandibile UFS 3.1.
Dalle premesse non ci sono dubbi: Google Pixel 6a viaggia come un treno.
In effetti, nell’utilizzo quotidiano l’impressione è quella di uno smartphone molto fluido e molto veloce, che risponde bene ai comandi senza alcun intoppo, e anche se ogni tanto uno scattino si nota, tutto sommato non mi lamento affatto delle sue performance.
Quello di cui mi lamento è che non mi pare assolutamente ben ottimizzato per i giochi, almeno quelli più pesantucci, come Genshin Impact, che anche a dettaglio medio è giocabile ma con un bel po’ di dolori di stomaco, soprattutto durante i combattimenti. E non provate a metterlo a risoluzione massima, lo getterete dalla finestra.
Certo, già con COD Mobile la situazione migliora, ma ho visto medio-gamma con processori meno potenti fare molto meglio. Con questo non voglio dire che vada male, ma che non va bene per tutto e, soprattutto, che non va bene per tutti.

Connettività
La connettività è di buon livello, sia per le chiamate che per la connessioni mobile e WiFi e, inoltre, c’è il supporto eSIM. Non manca quasi nulla, abbiamo il Bluetooth 5.2, il WiFi-6, un GPS singolo che aggancia bene i satelliti e l’NFC. Il jack per le cuffie, invece, questa volta non c’è.

Software
Dopo un’iniziale ritardo con gli aggiornamenti, Pixel 6a si è rimesso in carreggiata e al momento, come da tradizione, ha già Android 13 con patch di sicurezza aggiornate ad Agosto 2022.
Sulla questione aggiornamenti non c’è assolutamente nulla da dire, sui Pixel arrivano in anticipo e più a lungo. Devo dire, però, che dopo 12 anni di Android non mi aspettavo di sentirmi “legato” a decisioni prese da alcune soluzioni che Google ha deciso di implementare:
- Non poter rimuovere il widget del meteo e la barra di ricerca, secondo me, è inconcepibile. Non avere la libertà di decidere come IL MIO smartphone deve apparire la trovo una cazzata enorme.
- Non mi piace la funzione che ti consiglia le icone da aggiungere sulla schermata principale, ma per fortuna è disattivabile;
- Nella schermata delle ultime app utilizzate non ci sono scorciatoie subito visibili per chiudere tutto, ma si deve scorrere fino all’estrema sinistra;
Insomma, da utente preferisco avere più liberta quando utilizzo uno smartphone, oltre ad un livello di personalizzazione più ampio. Quindi se fosse stato un mio smartphone avrei sicuramente utilizzato un launcher alternativo, ma questa è una pura opinione personale che condivido con voi, anche perché se non avete mai usato un pixel potrebbe esservi utile.
Ci sono poi altre classiche funzioni che non si possono non apprezzare, come i sottotitoli automatici (disponibili in 6 lingue: Inglese, Spagnolo, Francese, Tedesco, Italiano e Giapponese), oppure l’ottimo registratore, che al contempo effettua una trascrizione e sarà possibile anche effettuare una ricerca nel file audio in base alle parole dette.

Avrei voluto provare anche la funzione “Filtro chiamate”, ma sembra non essere ancora presente, almeno sul Pixel 6a.
Google Pixel 6a con Android 13: cosa cambia?
Con l’aggiornamento ad Android 13, anche se piccoli, ci sono stati dei piccoli cambiamenti:
- La lock-screen è stata un po’ rivisitata, soprattutto per la visualizzazione delle notifiche multiple, che verranno collassate in piccole icone sulla sinistra, senza occupare spazio extra;
- Controllo smart-home dalla lock-screen;
- Alcune modifiche sono state apportate alla sezione dei temi, e più precisamente alle tavolozze dei colori, che adesso passano da 4 a 16, con la possibilità di scegliere anche tra altri colori di base;
- Il catalogo delle icone a tema è stato ampliato con nuove applicazioni, anche se mancano ancora all’appello alcune tra le più usate, come Instagram, Facebook e Spotify;
- Il player musicale è stato modificato nella tendina delle notifiche, è più grande e il cursore adesso ha una forma a serpentello;
- Nella tendina dei quick toggle i pulsanti per modificarla, il power menu e le impostazioni hanno una posizione diversa;
- Alcune animazioni sono un po’ più coerenti, soprattutto nei sottomenu;
- Nei quick toggle è stato aggiunto quello per i QR Code;
- Installando una nuova app, quest’ultima sarà obbligata a chiedervi l’autorizzazione a inviarvi notifiche;
- Per ogni applicazione è possibile scegliere la lingua di visualizzazione;
- La gestione della clipboard è cambiata, e non appena copieremo un testo avremo una visualizzazione grafica, e potremo anche modificarlo prima di condividerlo;
- Altra novità che riguarda la clipboard e che dopo un po’ di tempo verrà cancellata, per motivi di sicurezza (in pratica se copiate qualche password potrete stare tranquilli, non verrà ritrovata lì);
- In vibrazione e feedback aptico è stata implementata la funzione “Prima vibrazione, poi squillo graduale”, così se dimenticate di mettere il silenzioso durante la celebrazione del matrimonio di vostro cognato, avrete qualche secondo per evitare che parta “La Macarena” in chiesa;
- Nel menu “gesti” è stato aggiunto il “tocco rapido”, con il quale potrete associare alcune azioni a dei tap sul retro dello smartphone;
- É stato integrato il fast-pair per i dispositivi bluetooth;
- Supporto nativo per il Bluetooth LE;
- Autorizzazioni più dettagliate per l’accesso ai media (se le app vorranno accedere ai vostri file dovranno chiedere autorizzazioni specifiche per ogni tipo di media);

Fotocamere
Eccoci arrivati ad un altro punto caliente della recensione. Finalmente provo la vera Google Camera e posso ammirare le magie computazionali di questo fantomatici sensori presenti già sul Pixel 2.
Abbiamo quindi un Sony IMX636 f/1,7 da 12mp per la fotocamera principale ed un IMX386 f/2.2 da 12mp per la ultra-grandangolare, oltre alla selfie camera da 8mp con apertura f/2.2.
Google Pixel 6a – Fotocamera principale
Senza ombra di dubbio la cosa migliore del set di fotocamere è il post-processing effettuato dal Google Tensor, capace di migliorare la quasi totalità degli scatti. É davvero impressionante, come se fosse collegato perennemente con un tizio seduto davanti photoshop.
E proprio per questo che gli scatti hanno il classico look da Google Camera. L’HDR agisce in maniera esperta, riuscendo a gestire bene l’esposizione e a recuperare molti dettagli anche dalle zone più scure. Certo, questo rende gli scatti più “artefatti” e poco naturali, ma più pronte ad un utilizzo immediato. Se invece vi piacciono scatti più naturali, magari da modificare in seguito…bè, questo non è lo smartphone che fa per voi.
Detto questo, sono scatti davvero piacevoli, soprattutto se guardati dallo smartphone, ma parliamo pur sempre di vecchio un sensore da 12mp, quindi se andiamo a zoomare troppo, o banalmente a esaminare gli scatti su uno schermo più grande, si notano subito grana e rumore digitale, non tanto quando la scena è ben illuminata, ma anche nelle zone un po’ più scure, in quelli indoor e quelli serali, che risultano però sempre ben bilanciati a dal look accattivante.
Google Pixel 6a rileverà automaticamente quando scattare una foto in modalità notturna. Le immagini risultano ancora una volta ben bilanciate e con un sufficiente controllo del rumore digitale, visibile solo in caso di zoom.
Abbiamo poi 2 modalità differenti per i ritratti, che effettuano un crop crescente per mettere il soggetto in risalto. L’effetto bokeh è, come da tradizione, ottimo, e anche se non è possibile regolarlo mentre scattiamo la foto avremo la possibilità di modificarlo in seconda battuta.
Ultra-Grandangolare
Il sensore ultra-grandangolare mantiene le stesse caratteristiche, con colori gradevoli è un ottimo HDR, ma i dettagli trattenuti sono sicuramente inferiori così come il range dinamico, ma la coerenza cromatica con il sensore principale è adeguata.
Anche di sera le differenze si notano ad occhio, con luci più bruciate e rumore digitale ben visibile.
Google Pixel 6a – Selfie
Anche la selfie-camera, ancora una volta, gode degli stessi vantaggi degli altri sensori. Bei colori, ma qualità generale nella media di giorno e appena sufficiente di sera.
Google Pixel 6a – Video
Google Pixel 6a può registrare in 4K@60fps con la fotocamera principale e in 4K@30fps con quella ultra-grandangolare.
Stabilizzazione, bilanciamento e gestione del rumore sono buoni sulla principale, con movimenti anche abbastanza fluidi e un look che rimane davvero piacevole, e le considerazioni fatte per le foto valgono anche per i video della grandangolare: meno dettagli, più rumore.
In conclusione la fotocamera di Google Pixel 6a è valida, ma non la migliore su questa fascia di prezzo. Ha sicuramente il plus di un post-processing molto spinto e che riesce a regalare scatti notevoli, se guardati su uno smartphone. E senza zoom.
Software Fotocamera e Modalità
L’app fotocamera è semplice e ridotta all’osso. Abbiamo 6 possibilità:
- Foto notturna
- Ritratto
- Fotocamera
- Video
- Modalità (Panoramica, Foto Sferica e Google Lens)
Niente modalità pro, quindi, ma poche, mirate, modalità, che strizzano l’occhio agli utenti meno esperti che potranno senza sforzo portarsi a casa degli scatti niente male.
Autonomia
Google Pixel 6a possiede una batteria da 4410mAh, con ricarica a 18W. Eviterò di ingiuriare ancora una volta Google, trovo alcune giustificazioni davvero ridicole e ormai è chiaro.
Dai benchmark l’autonomia di Pixel 6a sembrava eguagliare quella di smartphone medio/base gamma come il Redmi Note 11, ma nell’utilizzo di tutti i giorni, SENZA giocare, non sono mai riuscito a superare le 4 ore e 10 di display attivo. Che siano abbastanza o no dipenderà dal vostro utilizzo, ma per chi utilizza lo smartphone in maniera intensa o per lavoro, difficilmente arriverà a fine giornata, e con una ricarica così lenta ci vorranno quasi due ore per ricaricarlo completamente.

Conclusioni
Google Pixel 6a mi ha da subito incuriosito, ma tra noi non è mai scattata la scintilla, e dopo un mese di utilizzo sono abbastanza convinto che non potrà mai scattare.
Ci sono troppe mancanze di questo smartphone che, per il mio utilizzo, considero abbastanza fondamentali, a partire dagli accessori nella scatola alla ricarica rapida, passando per la modalità pro della fotocamera ad una personalizzazione più profonda, fino a prestazioni più adeguate, che in questo caso non reggono il confronto con altri modelli presenti su questa fascia di prezzo.
Non credo sia un best-buy e non credo sia lui quello da prendere a 450 euro, ci sono fin troppe opzioni su questa fascia di prezzo, ad esempio realme GT 2 e Mi 11T Pro.
Se però volete aggiornamenti puntuali e garantiti per 5 anni, spendete 50/70 euro in più e prendere almeno il Google Pixel 6, ha molto più senso.
Potrebbe essere perfetto, però, per utenti più basic, che non hanno voglia di personalizzare lo smartphone, non vogliono sbattimenti per le foto e vogliono uno smartphone senza fronzoli, questo si.
Ma per me, questo smartphone potrebbe tranquillamente non esistere.























































































