Nothing Phone (1) è stato, probabilmente, lo smartphone più chiacchierato del 2022, ed è stato divertente assistere a tutte le discussioni in merito, alle critiche e alle lodi. I miei preferiti, però, sono quelli che, criticando le campagne marketing del brand, si aspettavano più innovazione.
Bè, io sarò anche un disilluso, ma di certo non mi aspettavo una rivoluzione. Quello che mi aspettavo era un medio-gamma solido e…”speziato”.
E Nothing Phone (1) è proprio questo. Forse.
Chi/Cosa è Nothing?
Questa volta non partirò dal design dello smartphone, ma dall’azienda che lo produce. Questo perché negli ultimi mesi, soprattutto tra i detrattori del brand, ho letto spesso una cosa in particolare: “Non è altro che l’ennesima cinesata”.
Bè, cari miei, mi dispiace dirvelo ma Nothing è un’azienda Europea, con sede a Londra. Fondata dall’ex-OnePlus Carl Pei e che vede tra i suoi investitori Tony Fadell, “l’inventore” dell’iPod, il co-fondatore di Twitch Kevin Lin, il CEO di Reddit Steve Huffman e Casey Nestat, il celebre Youtuber. Inoltre, design ed estetica sono a cura di Teenage Engineering, azienda svedese famosa, tra le altre cose, per i suoi sintetizzatori (tipo l’OP-1).
Tanto già lo so che starete pensando “E chi se ne frega, tanto è cinese lo stesso!”. Ok, se Nothing è un’azienda cinese, lo è anche Apple. E Samsung. Tanto li fanno tutti lì, no?
Il perchè di questo preambolo è semplice: è doveroso contestualizzare questo smartphone, l’azienda che lo produce e l’anno in cui è stato rilasciato. Nothing Phone (1) è il primo smartphone di una nuova azienda, rilasciato ufficialmente nel 2022 (un anno non proprio semplice per la tecnologia, e non solo), che ha alla base importanti collaborazioni e obiettivi molto ambiziosi.
ORA possiamo partire con la recensione.
Unboxing, Design & Materiali
La confezione di vendita è ridotta all’osso ed è realizzata con materiali riciclati. All’interno c’è il minimo indispensabile: cavetto tipo-C e spilletta per il carrellino delle SIM, anch’essa dal design particolare. Niente caricatore, quindi, per essere alla moda con i brand più cool del momento, ma almeno lo standard di ricarica non è proprietario e funzionerà con qualsiasi caricatore USB-PD 3.0. Lo smartphone, poi, arriva con una pellicola pre-applicata.
Con il design del suo primo smartphone, Nothing voleva attirare l’attenzione, e ci è riuscita benissimo. I richiami ad iPhone sono chiari e, dopotutto, la presenza di Tony Fadell nel team “giustifica” in qualche modo la scelta, oltre ad una chiara ambizione. E se, oltre ai bordi piatti e alla forma dei pulsanti avessero mutuato anche l’alert slider, come sui OnePlus, sarebbe stato perfetto!
Le scelte più forti in termini di design le troviamo sul retro, e probabilmente rimarranno segni distintivi del brand almeno per un paio di generazioni: il vetro trasparente e l’interfaccia Glyph.
Alla base dell’estrosità del retro di Nothing Phone (1) troviamo due Gorilla Glass 5 piatti tenuti assieme da un frame in alluminio, anch’esso con i bordi piatti. É inoltre provvisto di certificazione IP53.
Cos’è la certificazione IP53?
IP5X: Protetto contro l’ingresso di polvere. L’ingresso di polvere non è completamente impedito, ma non deve entrare in una quantità sufficiente da interferire con il funzionamento soddisfacente dell’apparecchiatura.
IPX3: Protetto dalla pioggia
Fonte: Wikipedia
159.2 x 75.8 x 8.3 mm per 193.5 grammi
In termini di usabilità ed ergonomia il Nothing Phone (1) non è tra gli smartphone più grandi che ho provato ultimamente, e la sua diagonale da 6.55″ risulta ormai una buona via di mezzo. In generale, grazie al suo essere un “lingottino” si tiene bene in mano e non l’ho trovato particolarmente scivoloso, anche se difficilmente lo userei senza alcun tipo di protezione. Almeno un bumper o una qualche pellicola Clear-Coat sul retro gliela schiafferei di corsa!
Per farla breve: esteticamente Nothing Phone (1) ha segnato l’inizio di un nuovo racconto nel mercato degli smartphone, poggiando i piedi su basi solide ma provando a fare quel miglio in più per distinguersi dalla massa. Solo il tempo dirà se questo tipo di soluzione lascerà il segno ma, attualmente, anche a 7 mesi dal suo rilascio, è unico nel suo genere.
Nothing Phone (1) – Schermo
Il Nothing Phone (1) utilizza un OLED da 6,55 pollici a 10 bit con una frequenza di aggiornamento a 120Hz. Come sottolineato dal mondo intero possiede cornici simmetriche e, nonostante non sia uno dei dettagli principali che guardo in uno smartphone, è indubbio che il colpo d’occhio sia notevole.
Piccolo pomo della discordia, almeno inizialmente, riguardava la luminosità del pannello. Nothing indicava 1200 nits di picco ma, a causa di restrizioni software per bilanciare meglio i consumi, era “castrato” a 700 nits. Attualmente, però, l’azienda è tornata sui suoi passi e ha “sbloccato” la situazione. Tramite alcune misurazioni, purtroppo non prettamente professionali, ho misurato 1060 nits di luminosità massima.
In ogni caso, sia prima che post aggiornamento lo schermo non dava problemi anche all’aperto. Non arriverà ai livelli dei top di gamma, ma rimane in linea per la fascia di prezzo.
Frequenza di aggiornamento
Sono disponibili due modalità di frequenza di aggiornamento: alta (120Hz) e standard (60Hz).
Utilizzando l’impostazione Alta, lo schermo utilizza 120Hz nell’interfaccia utente e in tutte le app di sistema, ma nella maggior parte dei casi torna a 60Hz in momenti statici. I 60Hz vengono anche utilizzati per la riproduzione/streaming video e in app che non supportano schermi superiori a 60Hz.
In alcune occasioni ho riscontrato anche un passaggio intermedio a 90Hz, soprattutto in alcuni meno o durante alcuni benchmark.
Ultimo appunto sulla frequenza di aggiornamento riguarda il gaming. Nonostante infatti non sia propriamente uno smartphone dedicato, sul Nothing Phone (1) diversi giochi riescono a sfruttare a pieno i 120Hz.
Contenuti Multimediali
Nothing Phone (1) supporta HDR10, HDR10+ e il Widevine L1. Questo significa che offrirà la risoluzione massima con le app di streaming. L’HDR, però, è ancora supportato solamente da Youtube. Speriamo che Prime Video e Netflix si decidano presto a certificare lo smartphone, visto che ormai è uscito da un bel po’.
Resa Video
Il display, inoltre, supporta l’ampia gamma di colori DCI-P3. Dalle impostazioni è possibile accedere a due diverse modalità colore: Alive e Standard. È anche possibile regolare la temperatura del colore per ciascuna modalità.
L’impostazione predefinita è Alive ed è ottimizzata per riprodurre fedelmente la gamma DCI-P3, ed è più satura e carica. La modalità Standard, invece, è più naturale è offre un’ottima resa per lo standard sRGB. La mia scelta è ricaduta su quest’ultima e, tramite lo slider per la temperatura, l’ho regolata di fino perché la trovavo ancora un po’ troppo accesa per i miei gusti.
Audio
Nothing Phone (1) offre una configurazione di altoparlanti stereo di tipo ibrido. Uno è in basso e l’altro è rappresentato dalla capsula auricolare. Quest’ultimo ha un volume più basso ed è meno corposo, ma in generale assicura, assieme all’altro speaker, un ascolto abbastanza “spazioso” e ideale per dialoghi e serie tv. Anche in questo caso, in linea con le aspettative.
Sistema di sblocco e Feedback tattile
Sotto lo schermo trova posto un sensore d’impronte, posto a circa un centimetro dal bordo inferiore. É preciso, affidabile e sempre attivo. Un plauso va fatto poi al feedback tattile, uno dei migliori su questa fascia di prezzo e oltre. La sensazione è davvero piacevole e “reale”.
Nothing Phone (1) – Hardware, Gaming & Benchmark
Una delle scelte più interessanti di Nothing per il suo primo smartphone, e anche uno dei principali argomenti di discussione, è il chipset: lo Snapdragon 778G+ 5G di Qualcomm.
Offre una CPU octa-core a 6nm composta da 1 core Cortex-A78 (fino a 2,5 GHz), altri 3 Cortex-A78 a 2,4GHz e 4 Cortex-A55 a 1.8GHz. La GPU è la Adreno 642L e fa parte del pacchetto anche un modem Snapdragon X53 5G integrato.
Il Nothing Phone (1) è disponibile in tre configurazioni, tutte con memoria UFS3.1 e RAM LPDDR5: 8/128, 8/256 e 12/256 GB. Questa in mio possesso è la versione 8/256 GB.
Utilizzo quotidiano
Le prestazioni durante l’utilizzo quotidiano sono molto soddisfacenti. Il connubio tra software e memorie UFS 3.1 fa bene il suo lavoro e grazie ad un software praticamente stock, con animazioni molto leggere, tutto il sistema risulta molto fluido.
Benchmark
Le buone performance vengono mantenute anche durante i benchmark, dove ovviamente i risultati raggiungi sono da sub-top di gamma (un po’ dietro lo Snap 870), ma stabilità e temperature sono davvero ottime, con throttling praticamente assente. Anche il gaming non sarà un grande problema. Certo, non giocherete a Genshin Impact alla qualità massima, ma con dettagli medi e medio/alti riuscirete a sfangarla con qualsiasi gioco senza particolari criticità.
Personalmente, aldilà della smania da processore top, sostengo a pieno l’idea di utilizzare un SoC come lo Snapdragon 778+, che riesce a garantire una buona esecuzione di tutti i task senza inficiare troppo su temperature e consumi.
Connettività
- Dual SIM Dual Standby (2 Nano SIM)
- WiFi 6 (802.11ax)
- Bluetooth 5.2
- A2DP, LE, APTX, LDAC, SBC, AAC
- GPS, A-GPS, GLONASS, Beidou, QZSS, Galileo, GPS (L1+L5), Galileo (E1+E5a), NavIC System
- NFC, VoLTE
Nothing Phone (1) – Software & App
Il Nothing Phone (1) monta il sistema operativo Nothing OS, una versione leggermente modificata di Android 13 “stock”. Sono garantiti 3 anni di major update e 4 anni di patch di sicurezza bimestrali.
L’esperienza globale è molto simile all’utilizzo di un Pixel. I cambiamenti che Nothing ha apportato sono minimi. Ad esempio il font puntinato, utilizzato a piccole dosi per alcuni widget e le intestazioni dei menu, e alcune icone personalizzate. Anche l’app “Registratore” è stata personalizzata, in pieno stile Teenage Engineering.
Dopo aver provato la beta di Android 13, ho da qualche giorno installato la versione stabile del software. Da quando ho cominciato a provarlo, a settembre, ci sono stati diversi miglioramenti ad autonomia, interfaccia Glyph e fotocamera, oltre ad una sistemata all’AOD e all’aggiunta del widget per i Nothing ear (1) e gli ear (stick), così da creare una maggior integrazione tra i prodotti dell’azienda e bypassare l’installazione dell’app dedicata Nothing X.
Proprio in merito all’Always On Display ho una piccola critica da fare: è un po’ nascosta come opzione. Bisogna andare nel sottomenu display, poi schermata di blocco e attivare la spunta “Mostra sempre le informazioni di base della schermata di blocco”. Il menu è anche cliccabile, così da poter settare l’orario di visualizzazione o se lasciarlo sempre attivo. Non ci sono opzioni grafiche particolari, l’AOD è semplice e minimale.
All’interno della sezione “funzionalità sperimentali” c’è anche un’opzione “Collegati a Tesla”, che purtroppo non ho provato perché non è inclusa in confezione. Anche l’opzione “Supporto Airpod” è stata aggiunta, per visualizzare icona e info sulla batterie nelle impostazioni.
Su Nothing Phone (1) c’è anche una modalità gioco all’interno del sottomenu “sistema”. Non è molto avanzata, ma si potranno attivare il “non disturbare”, la “prevenzione dei tocchi accidentali” ai bordi dello schermo e la modalità a bassa latenza delle nothing ear (1).
Insomma, se siete amanti dei sistemi operativi leggeri e della Pixel Experience, vi sentirete decisamente a casa. Tra l’altro, con i vari aggiornamenti è stata anche aggiunta la possibilità di togliere il widget di ricerca. GRAZIE.
Nothing Phone (1) – Interfaccia Glyph
Finora abbiamo dato uno sguardo ad un normale smartphone. Ben costruito, bel display e un buon hardware. Adesso, però, passiamo in rassegna la peculiarità principale di Phone (1): l’interfaccia glyph, che consiste in un sistema di 4 “glifi” posti sul retro, composti in tutto da 900 LED.
è divisiva, così come molte altre novità. Ma non sarò io a dirvi se è realmente innovativa o no, se lascerà un segno, se si evolverà in qualcos’altro o se dovete usarla. Una cosa posso anticiparvela però. Se non vi interessa, se non avete intenzione di usarla o, più semplicemente, siete tra quelli che la ritengono inutile, non sprecate i muscoli delle vostre dita per scriverlo. Non prendete nemmeno in considerazione questo smartphone.
…Cosa fa l’interfaccia Glyph?
La prima cosa da fare è entrare nelle impostazioni e poi nel sottomenu Glyph Interface dove, come prima cosa, potremo attivarla.
Inizialmente erano disponibili dieci suonerie, alle quali se ne sono aggiunte altre 11, ognuna delle quali corrisponde ad un pattern pre-impostato. C’è anche la possibilità di impostare come suoneria un qualsiasi file audio/canzone, al quale verrà associato un pattern in base al ritmo della canzone. Non è sempre “calzante” con tutti i brani, ma è una possibilità. Si possono anche associare singole suonerie a contatti diversi. Anche le notifiche hanno i loro pattern, ma in questo caso l’impostazione sarà globale e non potremo associarvi nessun contatto specifico se non dalle impostazioni delle singole app (Telegram e Whatsapp sono supportate).
Tramite l’interfaccia Glyph sarà anche possibile controllare lo stato di carica e il feedback dell’assistente Google.
Suonerie personalizzate a parte, la funziona che ho più utilizzato è “Ribalta su Glyph”, attraverso la quale, mettendo a faccia in giù lo smartphone, si attiverà la modalità silenziosa e funzioneranno solo le notifiche “visive”. Certo, ci sono molte preoccupazioni per lo schermo, ma con una pellicola (anche quella pre-applicata) e una normale cover si crea abbastanza spazio per tenerlo “sollevato” e non danneggiarlo.
L’ultima funzione riguarda l’utilizzo dei glifi come luce di riempimento al posto del flash, ma guarderemo i risultati degli scatti nel prossimo capitolo della recensione.
Nothing Phone (1) – Fotocamere
N.B. Scarica le foto in alta definizione per farti un’idea più chiara
Incastonate in due anelli di metallo troviamo le due fotocamere. Quella superiore è la ultra-grandangolare (Samsung S5KJN1 f/2.2) e subito sotto c’è la principale, con l’immancabile Sony IMX766 f/1.88. Entrambe sono da 50 megapixel, ma solo la principale è stabilizzata otticamente. Frontalmente, invece, la selfie camera da 16 megapixel ha un sensore Sony IMX471.
Foto Diurne
Chi mi segue da tempo sa bene che opinione ho del Sony IMX766. Essendo stato utilizzato prima sui top di gamma, è riuscito a far fare un bel salto in avanti alla fascia media. Le foto del Nothing Phone (1) non fanno eccezione, e hanno quel look che piace a molti. Colori belli, saturi ma non eccessivamente, nitidezza presente ma non troppo spinta, buoni dettagli e rumore praticamente assente. Anche utilizzando il pulsante per lo zoom 2X gli scatti conservano le suddette qualità, senza una massiccia perdita di dettaglio.
Ci tengo a sottolineare che anche in questo caso gli aggiornamenti ricevuti hanno migliorato anche il comparto fotocamere, con una migliore riduzione del rumore e colori meglio esposti. Il sensore principale non delude anche con la modalità ritratto. Gli scatti sono ben esposti, con una buona separazione dallo sfondo, che rimane comunque regolabile.
Anche la fotocamera grandangolare è migliorata nel tempo, soprattutto dal punto di vista dei colori, molto più congruenti con la principale rispetto a prima. Anche il dettaglio è notevole e, in definitiva, grazie anche ad una risoluzione più generosa, riesce ad essere meglio performante della media.
Foto Serali
Sia la fotocamera principale che quella ultrawide supportano una sorta di modalità notturna automatica. Quando la scena è adatta, sul mirino apparirà l’icona di una luna, ma è necessario toccarla per attivarla. Modalità notturna che migliora l’esposizione e rende le foto leggermente più luminose con colori più incisivi. Espone più dettagli in alcune ombre e riduce le alte luci.
Anche la ultrawide scatta belle foto di sera, anche se hanno una temperatura del colore leggermente più calda rispetto alla principale. I dettagli sono più che sufficienti e la riduzione del rumore è buona, non troppo artificiale né troppo poco incisiva.
Selfie
La selfie camera restituisce buoni risultati, ma non stupisce più di tanto per quanto a dettaglio. Tutto il resto, come colori, contrasto, gamma dinamica e riduzione del rumore, sono invece ad alti livelli.
Nothing Phone (1) – Autonomia
Il Nothing Phone (1) possiede una batteria da 4500mAh e supporta una ricarica cablata rapida fino a 33 W, e in 30 minuti sarà possibile passare dallo 0 al 50%. Per una ricarica completa, invece, ci vorranno circa 90 minuti. Supporta anche la ricarica wireless a 15W e quella inversa per ricaricare altri dispositivi.
L’autonomia, migliorata nel tempo grazie agli aggiornamenti (e ai reset post-aggiornamento), è passata da sufficiente a più che sufficiente. Già inizialmente riuscivo ad arrivare a sera con circa il 15% e adesso ho guadagnato circa il 10% di autonomia in più. Certo, ci sono giornate in cui lo butto giù un po’ prima, diciamo verso le 20, ma in generale i consumi sono ben gestiti e non è uno smartphone che da particolari preoccupazioni sul versante autonomia.
Nothing Phone (1) – Conclusioni
Nonostante il rumore di fondo e le sparate PR, Nothing ha fatto un bel lavoro con IL SUO PRIMO SMARTPHONE. Date le sue caratteristiche, e le diverse alternative, non lo considero uno smartphone per tutti. Le ambizioni di Nothing, ed il modo in l’azienda si sostiene e collabora con la community, la rendono un brand di “nicchia”. E se vi interessa questa nicchia, di entrare in questa sorta di “club”, fatelo, perché AL MOMENTO, dopo qualche mese dall’uscita, e con qualche calo di prezzo, ne vale la pena.
Se siete ancora scettici, però, tenete d’occhio la situazione ed il brand, così da capire se risulterà affidabile col passare del tempo e non rischiare di essere dei futuri early adopters delusi.
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